domenica 9 febbraio 2014

Quando un cucciolo di divano decide di stare con te, non puoi tirarti indietro

Per dovere di cronaca lo devo dire, senza aggiungere altri fronzoli, senza girarci intorno come già sto facendo, direttamente e velocemente, esattamente come abbiamo deciso di farlo, istintivamente e senza nessuna certezza, senza informarci sulla cronologia di cuore utilizzata, senza conoscerne l'interno, senza conoscere addirittura la marca, così, all'improvviso, dopo aver girato per mari e per monti dal nostrano allo straniero, alla fine l'abbiamo fatto: abbiamo comprato i divani.
I.
Esatto.
Alla fine sono due, perché i divani sono come i gatti, nulla arriva per caso.
Un mio amico ha un gatto. Che "abbia" un gatto è una definizione generica per lui che di definizioni ci campa.
Più correttamente potrei dire che un gatto ha un mio amico; è andata così: il gatto un giorno è arrivato nel giardino di casa del mio amico e ha deciso. Da quel momento ha deciso che quella era casa sua, non come i gatti randagi, che si avvicinano a casa tua quando una sera stai facendo del pesce sul barbecue, no. Lui ha deciso e non si è schiodato, malgrado avessimo cercato più volte di cacciarlo. Io principalmente, ogni volta che entrava in casa lo cacciavo e lo inseguivo fino a quando il gatto si ritrovava fuori dalla porta e io chiudevo velocemente la porta per lasciarlo fuori. A quel punto di solito lui cominciava a miagolare e raschiare con le sue piccole e fastidiose zampine sulla porta, per rientrare, come se quella fosse casa sua e noi gli estranei.
Ora il gatto vive lì, il mio amico anche, il gatto glielo permette.
Con i divani è stata un po' la stessa cosa: noi eravamo in quel negozio per un altro motivo, stavamo cercando un letto visto in internet. Siccome avevo notato che in quel negozio le cose costavano esattamente il 50% in meno del prezzo dei normali negozi, allora abbiamo cominciato a girare per tutti i piani del negozio.
E, ad ogni piano, io partivo con la mia preghierina "dai letto, essici, essici al 50%, noi ti vogliamo!", ma niente letto, niente affare del secolo, fino a che... due divani decidono di venire con noi. Erano lì e ci guardavano, noi li abbiamo adocchiati subito, ma dato che quello non era un negozio di divani, abbiamo volutamente evitato. E loro erano lì e ci guardavano, potrei giurare che il piccolino ci ha persino fatto l'occhiolino.
E noi li guardavamo, e loro ci guardavano. Noi li abbiamo provati e loro si lasciavano provare. Vicio ha persino provato a farci un sonnellino sopra. Riuscendoci per altro!
A parte gli scherzi (non russava, quindi non stava veramente dormendo), dopo aver provato la comodità delle sedute, avere più volte saltellato sulle sedute, chiaramente per valutare lo stato interno del divano, dopo esserci seduti sui braccioli, perché può sempre capitare che ti ci debba sedere, un giorno, metti che avrai molti ospiti, dopo aver verificato la comodità degli schienali , perché uno dei parametri fondamentali di valutazione dei divani è sempre stato il mal di schiena di Vicio, dopo il suo sonnellino di test, abbiamo deciso di comprarli. O forse abbiamo semplicemente rispettato la loro volontà, loro volevano tornare a casa con noi e noi abbiamo obbedito.

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