sabato 7 settembre 2013

Del perché non esiste ancora la cura contro certe malattie

Il problema è che, essendo passata un'infinità di tempo dall'ultima volta, diciamo essendo passati 4 mesi, mi ritrovo a non sapere più da dove cominciare. Il problema è questo: mi viene in mente qualcosa e costruisco mentalmente tutta la storia, le motivazioni, le idee e persino le battute, tutte brillanti e meritevoli di un Nobel alla Comicità. Immagino persino il filo conduttore, dall'inizio alla fine, di tutto quello che voglio esprimere e mentalmente cerco di memorizzarlo, pensando che assolutamente "quella cosa" meriti di essere detta. Penso e ripenso soprattutto alla parte iniziale, mi ripeto che se continuo a ripassarla mentalmente non la dimenticherò. E una volta ricordata La Parte Iniziale, il resto verrà automaticamente da sé, e così ricorderò tutto.
Così negli ultimi mesi ho ideato tante bellissime riflessioni da scrivere qui. Avrei potuto scriverci quindici libri. Avrei vinto il Nobel per la letteratura e il premio alla carriera, ma... è successo che tutte le mie idee sono state partorite prevalentemente prima di addormentarmi, di notte. Le restanti idee invece le ho avute in auto, prima di andare al lavoro. E tutto, Tutto, è stato successivamente dimenticato l'indomani mattina, o dopo le 8 (nove) ore di lavoro. Tutto.
E così ora mi ritrovo qui, 4 mesi dopo, a non sapere cosa dire. Giuro che avevo delle idee, ma le ho tutte accuratamente rimosse.
Mi chiedo perché, tutto quello a cui pensi la sera, prima di addormentarti, venga completamente rimosso come se non fosse mai stato pensato, il giorno dopo, quando ti risvegli. Eppure durante la notte non succedono cose per le quali hai bisogno di utilizzare talmente tanta memoria da annullare quello che era rimasto in RAM. Solitamente usi il cervello solamente per sognare eventi a casaccio in luoghi mai esistiti, oppure esistiti veramente quando eri bambino ma con nuovi tunnel che, dopo essersi ristretti diventando minuscole fessure dalle quali devi passare per entrare in casa, ti portano in nuovi posti mai visti ma che improvvisamente sono i posti dove hai sempre vissuto con il cane che non hai mai avuto, di nome Luigi, e un fratello mai esistito. Stanotte, per esempio, ho sognato che dovevo andare in bagno in casa di una pro-zia che non vedo da un paio d'anni: un bagno piccolissimo con una porta che non si chiudeva e un water strano, alto. E un signore, mai visto, che si lamentava perché sua nuora doveva rifarsi il bagno ma loro non avevano soldi e tutto è sempre caro. I sanitari sono cari, le vasche sono care. E si lamentava che qualcosa costava 200 euro e per rifare il bagno ci volevano anche 2 mila euro, e chi ce le ha duemila euro? Allora io gli rispondevo che se girava per alcuni negozi, poteva trovare anche bagni economici e che per esempio un mio amico aveva comprato un bidet 25 euro da Leioy Merlin (fatto vero). Nel sogno non precisavo che quel mio amico col bidet ci aveva fatto un comodino (fatto vero)... questa cosa mi sembrava troppo assurda persino in sogno. E poi non volevo sminuire la sua lagna sulla vita cara e i soldi che non ci sono vantandomi del mio amico che invece compra bidet al posto di comodini. Anche perché, perché mai avrei dovuto vantarmi di questa cosa?
Ora mi chiedo, perché queste informazioni insensate dovrebbero coprire, nel mio cervello, informazioni più utili che magari potrebbero aiutarmi a vivere meglio il giorno dopo? Perché il mio cervello ritiene più interessante immagazzinare l'informazione di un signore che non conosco che non ha 200 euro da spendere per rifare un bagno che non esiste, piuttosto che ricordare qualche battuta interessante che volevo scrivere qui? O qualche idea imprenditoriale brillante che avrebbe potuto farmi arricchire?
Secondo me alcune persone prima di addormentarsi avranno scoperto, chessò, la cura contro il cancro e l'indomani, dopo aver fatto un sogno stupido su Paperino che lancia un pianoforte dal secondo piano premendo Pluto sotto terra fino in Cina, l'avranno catastroficamente dimenticato.
Non mi ricordo cosa volevo dire oggi, per esempio; quindi riprenderò la comunicazione quando avrò ricordato qualcosa di interessante da dire.

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